IL VOLO della MOSCA
- Samuele Andreatta
- 1 gen 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Una riflessione sulla vita.
Buona lettura.
IL VOLO DELLA MOSCA
Questo racconto richiede la tua partecipazione per capire il concetto che si nasconde aldilà. Sei libero perciò di lasciarti toccare oppure no: a me non cambia cosa voi scegliate, vi sono grato comunque.
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Caro lettore, cerca di leggere bene queste parole che ho scritto per te. Ti chiedo lo sforzo di immaginare ora, con le tue capacità, le immagini che ti sto per descrivere.
Pensa ad un uomo qualsiasi, uno dei tanti: mettici i vestiti che vuoi, i capelli che vuoi, crealo tu. Bene. Ora portalo dentro ad una stanza vuota, con le pareti bianche, senza porte né finestre. Immagina l’ansia, la voglia di uscire, di vedere un colore, di rompere le pareti e uscire allo scoperto. Lo senti l’orrore che sale?
Immagina ora un libro, uno qualsiasi, fallo colorato e mettilo nelle mani dell’uomo. L’orrore si quieta minimamente. Che farà l’uomo?
Guarda, apre il libro e comincia a leggere, sfoglia le pagine, ingoia parole e lettere. Corre, corre perché sa che, una volta finito il libro, forse potrà uscire da quella maledetta stanza.
Se riesci ad immaginare questo, crea ora una mosca e mettila nella stanza. Lei comincia a volare, si posa e riparte, continua nel suo moto continuo finché si ferma sulla mano dell’uomo. E lui? La ammazzerà?
No, probabilmente no, perché, se lo facesse, non avrebbe più nient’altro che il semplice libro. Il punto cruciale è che passano giorni, forse mesi, nei quali l’uomo segue la mosca, la guarda, la studia, la rende sua amica, e il libro resta solo. Eppure era solo una mosca!
Immagina ora il momento in cui quell’insetto, divenuto caro, morirà; che vuoto nel cuore dell’essere.
Rimane giorni a fissare il corpo di quell’individuo così fragile e debole, che a nulla era servito. E nel frangente in cui l’uomo si renderà conto della futilità di quella mosca, lo vedremo balzare in piedi e gettarsi sul libro che, mesi addietro, aveva cominciato a leggere.
Preso il libro, lo apre e ricomincia la lettura, ma non ricorda più nulla delle pagine che erano state già sfogliate. Torna indietro e, suo malgrado, vede che le facciate già lette erano diventate vuote, bianche come le pareti di quella stanza insopportabile.
Che angoscia! L’uomo, preso dal panico, continua a leggere le pagine rimanenti, con la profonda speranza di ricordare le altre, ma il vero ricordo che prende la sua mente, è il volo della mosca.
Allora legge e continua, finché le pagine finiscono e si ritrova nella stanza orrenda, di nuovo, senza coscienza e col rimorso nel cuore.
Che senso potrebbe avere questa favoletta? Non saprei, forse non lo sapete nemmeno voi, eppure qualcosa c’è. Entra nell’uomo e immagina la stanza; e poi riguarda la mosca, il libro e le pagine bianche. L’uomo entra nel vuoto, nell’universo, nella terra. Entra nel caos e nell’infinito di una stanza chiusa e bianca. La camera è l’infinito, che ci contiene e che ci inorridisce. Per fortuna c’è un libro, ossia la vita, quella reale, qualcosa che l’uomo può usare. Solo leggendo tutto il libro, si può uscire dalla stanza. E allora lui, con il libro in mano, comincia a leggere, a vivere, a prendere coscienza, comincia a capire che in quel libro, nella vita, c’è la via d’uscita dal vago e dal caos. Ma c’è anche la mosca, la distrazione, ossia le banalità, l’orgoglio, la ricerca dell’eccesso, la droga, l’egoismo e l’uomo la segue perché ti rende vivo e ti distoglie dalla serietà e dall’importanza della vita. Allora l’uomo corre, corre nel disperato tentativo di uscire da quelle pareti ermetiche. In questo modo però dimentichi le pagine scorse, ossia i costumi, le buone abitudini, i costumi, i valori, la fede e l’immaginazione. Il fatto grave è la morte della mosca e questo porta via con sé tutte le insulsaggini che tanto suscitavano gioia. Scendi dentro il cuore di quell’uomo: che faresti? Correresti dal libro, dalla vita vera, colei che ti aveva rassicurato, ma capisci che quello che eri prima, di buono o cattivo, non esiste più. Allora leggi il resto del libro, senza le basi e il passato e arrivi alla fine, alla morte terrena, con l’angoscia nel cuore e con il timore di ritornare alla stanza bianca, al vuoto, al non-definito, a quella situazione da cui tu avevi sempre voluto uscire.
So che la spiegazione non è chiara, ma è voluto; la mia non deve essere una rivelazione ma solo una pista con punti da cui voi potete iniziare la vostra riflessione.
Se tu non avessi seguito la mosca…
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